Ci sono cose che diamo per scontate, che innervano la nostra vita con la indiscutibilità dei fenomeni naturali. Come il denaro, per dirne una. Risulta ovvio che per acquisire un bene, accedere a un servizio, si paghi. In moneta sonante. L’idea di denaro è talmente radicata, che la diamo per ovvia anche ora che la sua materialità svanisce a vista d’occhio: altro che moneta sonante, tra bancomat e bonifici, carte di credito e bitcoin, l’uso di soldi si va facendo sempre più episodico e marginale. Eppure l’idea di denaro permane ovvia e indiscussa al di là della forma, o non forma, che assume.
Ben venga allora il volume curato da Angelo Miglietta e Alberto Mingardi per Rubbettino, Dal sesterzio al bitcoin. Vecchie e nuove dimensioni del denaro. I saggi raccolti suscitano curiosità e interrogativi e danno loro risposte, dalle origini e natura del denaro al perché moneta e oro siano stati così a lungo un binomio inscindibile, dai motivi che stanno alla base dell’idea di indipendenza delle banche centrali alle caratteristiche, alle opportunità e ai rischi connessi all’ascesa delle criptovalute.
Studiosi italiani e internazionali, storici ed economisti ci guidano nei meandri storici e concettuali legati all’idea di denaro, costrutto teorico affascinante, centrale nell’esperienza umana come nella riflessione politica e sociale.