Elephi. Un gatto molto intelligente

di Claudia Castoldi

Vi siete mai chiesti che cosa passi per la mente del vostro gatto? Se siete dei gattari, probabilmente sì. Ed è per questo che potreste amare una delle ultime novità Adelphi, che il 31 ottobre ha pubblicato l’illustrato Elephi. Un gatto molto intelligente di Jean Stafford. Le illustrazioni, realizzate da Erik Blegvad, farebbero pensare a un libro per bambini (e, in effetti, è quella l’indicazione del paratesto: 4-6 anni) ma siamo certi che la sua bellezza e il tema trattato potranno piacere a qualsiasi adulto, soprattutto se amante degli animali.

Tra un’illustrazione e l’altra, si fa largo una trama semplicissima, e molto tenera. Si racconta della quotidianità di un gatto, l’Elephi del titolo, che, durante un’intensa nevicata newyorkese, vede una bianca Fiat 500 sbandare fino a finire a bordo strada, e lì fermarsi del tutto. Il suo proprietario, un irascibile uomo in carriera, prima la colpisce, e poi l’abbandona per correre a  concludere i suoi affari. Di lei si accorgerà un osservatore attentissimo, ossia Elephi, il Famoso Gatto un Tempo Gattino, che passa le sue giornate come ogni gatto: scrutando l’ambiente circostante, dormendo, curiosando e rovinando il mobilio. La mancanza di un compagno di giochi fa sì che Elephi divenga rapidamente ossessionato dall’auto che, pian piano, osserva finire sommersa da uno strato di gelida neve. Da lì, l’idea per un improbabile piano: salvare la macchina dal freddo e… farci amicizia!

Un tema, quello dell’amicizia, assai diffuso nei libri per bambini e ragazzi; che, però, qui viene affrontato in maniera particolarmente originale, attraverso una vicenda improbabile che ha il merito di sottolineare quanto questo sentimento, e la ricerca di compagni di avventure e di vita, siano qualcosa che non pertiene solo alla nostra specie, ma anche a quella animale e non, visto che persino la Fiat 500 lamenterà un certo senso di solitudine nelle sue giornate, passate a scarrozzare l’adorata padroncina Alice tra università e amiche..

«Aveva proprio una bella vita, si diceva. Ma sarebbe stata ancora migliore se in casa ci fosse stato […] un altro gatto con cui fare la lotta! Avrebbero potuto scattare su e giù per i lunghi corridoi, o fare la corsa a ostacoli nel salotto. Sospirò sconsolato.»

Privo della compagnia di un suo simile, Elephi, che è «un gatto molto intelligente», inizia allora a fare macchinazioni per migliorare la sua vita e quella dell’automobile, che soprannomina giustamente Whitey l’Orfano della Bufera. La missione di salvare la macchina e di farci amicizia andrà a buon fine. In quale improbabile e divertente maniera ve lo lasciamo scoprire leggendo Jean Stafford che, nello scrivere questa storia, dimostra una grande conoscenza e una certa fascinazione per l’inspiegabile comportamento felino. Adottando un punto di vista straniante, ossia quello di un gatto finzionale, l’autrice si sforza di trovare delle ragioni plausibili all’atteggiamento per cui i gatti sono celebri e su cui spesso si fa dell’ironia. Eccone un piccolo assaggio:

«Per cinque o dieci minuti si distrasse dalle traversie della macchina aiutando la signora Cuckoo ad aprire i pacchi. Portò un po’di spago in camera da letto e un altro po’in bagno. Fece a pezzi il cellophane e lo depose in luoghi appropriati.»

A quanti è capitato di chiedersi le ragioni del comportamento del proprio gatto? Jean Stafford prova a dare una risposta facendoci mettere, per lo spazio di un’ottantina di pagine, nella mente del più astuto e caritatevole gatto di New York: Elephi. E sorprendentemente, riesce nell’impresa di far percepire come del tutto condivisibili molti degli atteggiamenti felini. Tanto che, a fine lettura, non possiamo che simpatizzare ulteriormente per questi animali malfidenti, dispettosi, oltremodo curiosi e ruffiani. Qui rappresentati da un protagonista dalle buone intenzioni, ma che ne incarna tutti i vizi; motivo per cui, oltre a essere un racconto dolcissimo, ci fa fare anche qualche risata a spese dei nostri gatti.