Fango e stelle. Viaggio in Russia in compagnia di Puškin, Tolstoj e altri geni dell’Età d’Oro

Leggere storie equivale a esplorare, circumnavigare il globo terrestre e tornare indietro, mai identici a prima. Ogni volta che si finisce di leggere un libro ciò che accade è una metamorfosi interiore potentissima. E così viaggio e letteratura spesso s’intrecciano e si mescolano in una sinfonia d’immaginazione e realtà, in un coro di voci in cui navigare e perdersi.

Fango e stelle. Viaggio in Russia in compagnia di Puskin, Tolstoj e altri geni dell’Età d’Oro di Sara Wheeler mette insieme viaggio e prosa, raccontando di un altrove, la Russia, che la scrittrice esplora facendosi guidare dalle persone del luogo, vivendo a stretto contatto con la quotidianità della gente comune, e dalle parole di alcuni dei più importanti scrittori russi della prima metà del XIX secolo (da Puškin, a Dostoevskij e Gogol’, Turgenev e Tolstoj). Durante tutto il libro, infatti, mentre attraversa otto fusi orari dai campi di barbabietole del nord-ovest all’estrema tundra artica, fino ad arrivare al Caucaso, sono le loro parole ad accompagnarla.

D’altronde si sa, la Wheeler è scrittrice colta e viaggiatrice appassionata e prima di Fango e stelle, edito da Neri Pozza, nel 2004 aveva già pubblicato con lo stesso editore Il paese sottile. Viaggio in Cile: una pietra miliare per gli amanti della delgada patria di Neruda, il paese dove abitavano gli indios più fieri e combattivi di tutte le Americhe.
A distanza di diciassette anni ritorna a unire viaggio e letteratura, ancora una volta in cerca dell’identità più autentica e sapiente di una nazione, sottolineandone gli aspetti più umani che spesso i giornali tendono a non considerare, dando voce alle persone ordinarie e dimostrando come i grandi autori di un incredibile paese come la Russia ne abbiano e continuino a influenzarne profondamente la cultura.

Fango e stelle è un “Grand Tour” che racconta i mostri sacri della letteratura russa e i paesaggi incontaminati, immensi e per questo affascinanti lungo la Transiberiana e il Mar Nero.
Una spinta a guardare al di là del proprio orizzonte. D’altronde la letteratura, e ancor più la letteratura di viaggio, esiste perché guardare solo entro il proprio non basta mai!