Il buon selvaggio. Educare alla non aggressività

Non sono mai troppi gli strumenti che abbiamo a disposizione per comprendere quale spazio occupiamo nel mondo, qual è la nostra vera natura e quali sono le cause dei comportamenti che ogni giorno mettiamo in atto.

Per questo Il buon selvaggio. Educare alla non aggressività, la raccolta di saggi di svariati antropologi a cura di Ashley Montagu e pubblicata da Eleuthera, è un discorso che non appare mai ridondante.

Con minuzia e attenzione, studiosi di tutto il mondo si interrogano sull’uomo, sul suo modo di essere e di stare in società, sulle sue pulsioni violente e sui loro perché: perché l’essere umano manifesta aggressività? L’aggressività è il prodotto dell’apprendimento sociale o è un meccanismo biologico innato? Quali sono le condizioni che favoriscono l’aggressività negli individui e nella società? Come fanno talune società a tenere sotto controllo il manifestarsi dell’aggressività? E, infine, in quali condizioni gli individui delle comunità non aggressive tendono a diventare aggressivi?

Partendo dall’assunto particolarmente ottimista per cui gli uomini sono polimorficamente educabili, Ashley Montagu porta avanti l’idea che, come nelle cose d’amore, anche in questo caso la risposta è da ricercare nel bambino che siamo stati. Le pratiche educative dell’infanzia, infatti, determinano il successivo sviluppo della personalità: il bambino che è stato fatto oggetto di molta attenzione, quello i cui bisogni sono

prontamente soddisfatti, come tra gli Arapesh della Nuova Guinea, diventa un adulto gentile, cooperativo, non aggressivo. D’altro canto, il bambino cui è data un’attenzione superficiale e intermittente, come tra i Murdugomor- sempre della Nuova Guinea- diventa un adulto egoista, non cooperativo, aggressivo, appunto.

È, dunque, in che quel ci è stato dato in un tempo remoto di cui siamo dimentichi che spesso troviamo delle risposte.

Un’analisi brillante ed efficacemente argomentata, una lezione chiara sull’immenso potere che ciascun uomo ha di determinare la sua natura e quella di coloro che più intimamente accarezza.