Probabilmente, alla fine non si parlerà di Il giorno mangia la notte di Silvia Bottani (SEM) come del miglior esordio italiano del 2020 perché passerà subito a giocarsela come miglior romanzo italiano tout court. La storia della relazione impossibile tra Naima, giovane italiana di origine marocchina dedita alle arti marziali, e Stefano, neofascista di buona famiglia imbevuto di razzismo e superomismo, sullo sfondo di una Milano periferica livida e assolata, dà vita a un Romeo e Giulietta metropolitano tanto ferocemente coinvolgente sul piano della narrazione quanto sorvegliato e acuminato su quello della scrittura. Naima e Stefano sono personaggi a tutto tondo, ricchi e complessi, e altrettanto rilevati sono i comprimari, a partire da Giorgio, a tutti gli effetti il terzo protagonista, ritratto straziante di padre fallito, borghese in caduta libera, giocatore compulsivo e bevitore rabbioso, sempre sul punto di rimettere in piedi la sua vita e condannato a sempre buttar via ogni chance di riscatto. Ma così rimane nella memoria Bufalo, l’amico fraterno di Stefano, neonazista e picchiatore depositario di un indicibile segreto, così gli altri amici di lui e di lei. E così le madri, di Naima, di Stefano, di Bufalo, figure decisive e vivide, figure tragiche e patetiche, pur se consegnate a un piano più arretrato. Protagonista è la città: non mancano le magioni borghesi del centro, gli studi d’avvocato dal CAP importante, ma questa Milano alle soglie dell’estate è soprattutto la Milano della periferia, del quartiere Corvetto e Cuoco, delle vie in cui piccola borghesia e quello che un tempo si sarebbe chiamato sottoproletariato convivono con gli immigrati in cerca di un futuro, vie di bische, di palestre e sale scommesse, a un passo dall’ortomercato e dalle sue notti di spaccio e prostituzione.
In quelle vie, subito, a inizio del romanzo, trova la morte la madre di Naima, scippata per pochi euro e lasciata a morire sull’asfalto. Da lì, da quel tragico “incidente”, prende le mosse una vicenda in cui i destini di tutti i protagonisti finiranno per intrecciarsi e ribaltarsi in un gioco di colpi di teatro sorprendente ma saldamente condotto.
Una storia dura, un melò con i guantoni, un esordio che è già una conferma. E non è un caso che su questo libro abbiano puntato gli animatori di Luci a Galifos per il loro di esordio (ne abbiamo parlato QUI).
Insomma, è nata una stella. E tira di kickboxe.