Dall’Africa arrivano, e non da oggi, voci romanzesche sempre più interessanti, sempre più importanti. Prendete un autore come il keniota Ngũgĩ wa Thiong’o, appena passato per la Milanesiana, dove ha ricevuto la Rosa d’oro (ma già Premio Nonino nel 2018 e più volte candidato al Nobel). La nave di Teseo ha appena pubblicato il suo romanzo/mondo Il mago dei corvi. In più di 900 pagine, Thiong’o racconta la storia di un paese immaginario, del dittatore deciso costruire un mausoleo senza paragoni al mondo, il “Marching to Heaven” che unirà la terra al cielo, della corte di servi corrotti e compiacenti che lo circonda, della strana malattia che lo coglie nel bel mezzo di un suo viaggio americano in cerca di fondi e per colpa della quale inizia a gonfiarsi come un pallone e a svolazzare qua e là senza controllo.
Nessuno lo può aiutare tranne il signore dei corvi… Thiong’o ha ottantun anni, e nella sua vita ha combattuto prima contro la vergogna della colonizzazione e poi contro gli orrori postcoloniali, perdendo parenti e amici, conoscendo il carcere duro e l’esilio. La sua coerenza anticolonialista è tale che ben presto ha rinunciato a scrivere nella lingua degli ex padroni decidendo di scrivere in gikuyu e in swahili. Una scelta coraggiosa. Ma che non gli ha impedito di diventare uno scrittore di fama mondiale. E una delle voci più interessanti e più importanti che ci arrivano dall’Africa.