Il nostro meglio

Amoresano è cresciuto coi nonni in una casa e in una vita fatta di piccole cose, bestemmie che volano senza peso e una saggezza popolare che sa andare al cuore delle questioni.
Ora è all’Università e vive con i genitori.
Strappato via dal porto sicuro in cui ha trascorso l’infanzia e una parte della giovinezza, deve fare i conti con il dramma della perdita: la nonna, una donna che lui reputa avanti più di tutti gli altri e in cui rivede se stesso, si ammala di tumore al pancreas e muore. Perché le persone che amiamo più profondamente a un certo punto devono lasciarci? Come si affronta il dolore quando chi ci ha sempre fatto da scudo non può più insegnarci come fare a digerire l’amaro della vita?
Amoresano cerca di non pensarci, eppure la sua parte più inconscia gli impedisce di avvicinarsi a quello che potrebbe farlo stare meglio. Perché che senso ha tutto se la colonna portante della sua vita sta morendo?

Dopo Napoli Mon amour e Giovanissimi, candidato al Premio Strega 2020, lo scrittore napoletano Alessio Forgione torna in libreria con Il nostro meglio. Questa volta cambia editore: dopo aver per ben due volte pubblicato con NNE, sceglie La Nave di Teseo.
Alcuni dei personaggi dei suoi due primi fortunati romanzi ritornano, ma con storie diverse e intrecci nuovi. Non si tratta di un sequel, i suoi libri restano comunque indipendenti l’uno dall’altro.
Bagnoli rimane sullo sfondo, mentre è presentissima la musicalità del napoletano che richiama la lingua di Sorrentino e che restituisce immagini perfette con frasi che rendono palpabile ciò che provano a spiegare.

Lo scrittore, intervistato, racconta come sia stato difficile trovare un nome per questo romanzo che prima aveva intitolato Per sempre e poi L’altro mondo. Del resto, quando in un racconto c’è troppo di ciò che è la vita con le sue crepe e la sua intrinseca armonia, quel troppo non è facile da contenere in una sola frase.