La nuova collana delle Edizioni Dedalo “Le grandi voci” è appena nata e ha già inanellato una serie di titoli di notevole interesse e impatto. Testi brevi, che per velocità e vivacità riproducono lo spirito di una conferenza o di una lectio magistralis, testi divulgativi e insieme polemici, in cui autori prestigiosi fanno il punto e insieme aprono la discussione sugli aspetti più controversi della loro disciplina e delle sue ripercussioni sulla vita di tutti noi.
Ha inaugurato la serie Luciano Canfora con una riflessione su Europa gigante incatenato, tra spinte ideali e ricatti incrociati, lobbismi e burocratismi, e si è proceduto con una salva di titoli in cui scienza, ambiente e società si rispecchiano e misurano, da Il cielo è di tutti dell’astrofisica Patrizia Caraveo, pubblicato davvero poco prima che la “privatizzazione” dello spazio facesse un altro importante e controverso passo avanti, ai grandi e drammaticamente collegati problemi legati alla Emergenza energia (del chimico Nicola Armaroli) e a Antartide, come cambia il clima, viaggio in Antartide alla scoperta del nostro preoccupante futuro prossimo, firmato dalla fisica Elena Ioli.
Con La bellezza della nuova musica, “Le grandi voci” sposta e amplia il tiro. Il libro di Emanuele Arciuli, pianista, tra i più conosciuti e apprezzati interpreti di musica contemporanea a livello internazionale, risponde infatti alle caratteristiche fondanti della collana. In una rapidissima ottantina di pagine Arciuli riesce nell’impresa impossibile di riprodurre l’arco di una esperienza insieme estetica e sociale che va dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, che coinvolge insieme singole personalità di artisti, gruppi e movimenti, istituzioni, scuole e l’insieme del pubblico. Ma accanto alla storia e a una panoramica, tanto sintetica quanto esaustiva e ragionata del presente più immediato, Arciuli cerca di rispondere ad alcuni quesiti fondamentali: quando e perché si è così drammaticamente incrinato il rapporto tra musica “contemporanea” dell’oggi e ascoltatori? Perché a un certo punto una parte determinante di artisti ha rinunciato a dialogare con il pubblico? E perché quando pariamo di musica contemporanea pensiamo, tutti e subito, a un’esperienza di ascolto difficile e perlopiù frustrante? Perché nella infinita varietà di musiche che la tradizione colta ha prodotto negli ultimi settant’anni, l’unica idea di contemporaneo è rimasta quella di una certa costellazione di personalità, lasciando a lungo “fuori della porta” grandi compositori non allineati all’ideologia dell’avanguardia?
Una delle scoperte che il lettore farà, leggendo le pagine di Arciuli è che la musica colta contemporanea, considerata espressione minoritaria dai più, non è mai stata tanto vitale: mai così tanti autori hanno composto così tanta musica, e spesso così bella e vitale e così diversa da autore ad autore, di ispirazione in ispirazione.
La cosa straordinaria del libro di Arciuli è che pur affermando una solida e convinta visione della musica, pur prendendo personalmente posizione a favore di compositori che con l’avanguardia poco o nulla hanno a che fare, sa riconoscere la cruciale importanza anche di quelle esperienze, riportando a sintesi una vicenda come quella della musica degli ultimi settant’anni, straordinariamente ricca e ingiustamente temuta. Il tutto non rinunciando a una straordinaria semplicità e piacevolezza di scrittura e disseminando il testo di utilissimi QR Code che rimandano a filmati di concerti ed esecuzioni dei brani più esemplari tra quelli di volta in volta citati.
Ma per chi volesse saperne di più, ecco un bella intervista a Emanuele Arciuli realizzata dalla redazione barese del TG RAI.
La bellezza della nuova musica
Emanuele Arciuli
EDIZIONI DEDALO
VAI AL LIBRO- Genere:
- Musica e danza
- Listino:
- € 12.50
- Collana:
- Le grandi voci
- Data Uscita:
- 15/10/2020
- Pagine:
- 80
- Lingua:
- Italiano
- EAN:
- 9788822016058