La famiglia Schwarts è riuscita a salvarsi delle persecuzioni della Germania nazista. I genitori di Rebecca sono fuggiti nel 1936 e hanno trovato rifugio nella piccola Milburn, New York.
Qui, nel “paese delle opportunità”, il padre di Rebecca, professore di matematica, è stato costretto a mettere da parte i suoi sogni e accettare l’unico lavoro disponibile: becchino e custode del cimitero.
La vita a Milburn non è facile per “la figlia dello straniero”. Il padre soffre di manie di persecuzione e Rebecca cresce dovendo affrontare ogni giorno pregiudizi e offese razziste da parte dei suoi concittadini. Tuttavia, saprà prendere in mano le sorti del suo destino, mettere in salvo se stessa e suo figlio da tutta quella violenza e dolore, partire e reinventarsi.
La figlia dello straniero di Joyce Carol Oates torna in libreria grazie a La nave di Teseo, che sta pubblicando le opere della grande e prolifica autrice americana.
Il romanzo, uscito nel 2007, si ispira alla vita della nonna di Oates, Blanche Woodside. Il bisnonno dell’autrice, trasferitosi nell’America rurale e becchino di professione, aveva aggredito la moglie, minacciato la figlia e poi si era tolto la vita.
Come in altri suoi indimenticabili libri, attraverso una prosa cruda e lucida, Joyce Carol Oates apre una finestra sulle contraddizioni e ipocrisie della società americana. Lo fa attraverso lo sguardo di una donna indipendente e determinata, seguendola nel suo viaggio on the road attraverso la East Coast.