La formica rossa

di Anita Baroni

Vania Strudel: un nome piuttosto impegnativo da portare, soprattutto se hai 15 anni, devi iniziare il liceo e ti senti la persona più sfigata della Storia Universale degli Sfigati. Oltre al nome insolito infatti, Vania è colpita da diverse calamità che risultano devastanti per la sua vita sociale, partendo da un difetto congenito all’occhio sinistro, passando per un padre tassidermista che guida una macchina pelosa chiamata “Baumobile”, fino ad arrivare alla migliore amica che puzza di pesce marcio. Per non parlare dei vari traumi causati da altrettanto vari e fantasiosi episodi di bullismo che ha subito nel corso della sua ancora breve ma già intensa vita. Lei stessa si definisce infatti senza esitazione e senza autocommiserazione “un peto di mosca nel clamore tonante del cosmo”, ed è proprio con questo freddo sarcasmo e un’aggiunta di sdegno che affronta ogni aspetto della vita.

«In fondo il mio vero handicap è la propensione irrefrenabile a fare tutto in modo sbagliato: non porto i vestiti giusti, non ascolto la musica giusta, non ho gli hobby giusti. Qualsiasi cosa faccia, sono fuori strada. È così da sempre.»

Quale adolescente non si ritrova in un’affermazione del genere? Così ci troviamo a seguire con partecipazione la vita di Vania che arranca tra disgrazie più o meno gravi, ma sempre ridicole, finché un giorno non riceve una misteriosa lettera anonima che, se da un lato le dice cose estremamente avvilenti e persino un po’ aggressive, dall’altro la sprona a prendere in mano la sua vita e trovare il coraggio di viverla davvero. Per farlo però, dovrà prima confrontarsi con un trauma che la segna ormai da anni e che ha trasformato nel suo Grande Segreto. Ha imparato a nasconderlo così bene da confondere realtà e menzogna fino a mescolarle e ingarbugliarle tra loro.
La formica rossa di Emilie Chazerand, edito da La Nuova Frontiera per la collana “Oltre”, dedicata a lettori e lettrici adolescenti, e tradotto da Silvia Turato, tratteggia in modo lieve e scanzonato (ma mai superficiale!) il ritratto di un’adolescente logorroica, patologicamente bugiarda, cinica e drammatica, che ha la capacità di arrivare dritta al cuore di chi legge. Vania ricorre infatti al cinismo e all’autocritica come risposta a tutti i mali e questo le permette di affrontare una realtà amara con un’ironia tale da far ridere anche quando da ridere non c’è proprio nulla.
Attraverso metafore esilaranti ma estremamente calzanti nella loro assurdità e una grande onestà nel parlare della vita, l’autrice affronta tutto l’enorme dramma dei 15 anni accompagnando la giovane protagonista in un percorso di presa di coscienza di sé stessa e del proprio valore. Inoltre, aggiunge una vera chicca: la colonna sonora del libro, abbinando a ogni capitolo una canzone che ne esprime al meglio l’atmosfera e contribuisce a far immergere il lettore nella storia. Emilie Chazerand ci offre così una spassosa commedia familiare che è allo stesso tempo un vero e proprio romanzo di formazione, senza risparmiare sorprese e colpi di scena.