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L’imaginifico. Vita di Gabriele D’Annunzio

Maurizio Serra

D’Annunzio è un vero rompicapo per chiunque si occupi di storia della cultura. Intanto è il primo vero intellettuale postmoderno: scrive libri letteratissimi che diventano bestseller. È disprezzato da tanti e ammirato da tutti. Fa il decadente ma manovra con inusitata sagacia il nascente sistema mediatico (in parte lo inventa lui). È l’ultimo dei decadenti ma il primo dei pubblicitari. Si intrufola nella politica. Combatte e diventa eroe di guerra. Passa da destra a sinistra e ritorno. Poi, con l’impresa fiumana, inventa la destra novecentesca, strizzando però l’occhio anche a sinistra e “incuriosendo” tanto Lenin quanto Gramsci. Spende e spande in fuga perenne dai creditori e seduce pressoché ogni donna gli passi accanto. Quindi, le più di settecento pagine che sono servite a Maurizio Serra per raccontare L’imaginifico. Vita di Gabriele D’Annunzio (Neri Pozza) ci volevano proprio tutte. In ogni caso, tranquilli, grazie alla materia prima dannunziana e alla godibilità della scrittura di Serra le settecento pagine si leggono tutte d’un fiato.