Lucio Dalla. Anche se il tempo passa

«Balla balla ballerino tutta la notte e al mattino / Non fermarti balla su una tavola fra due montagne / E se balli sulle onde del mare io ti vengo a cercare / Prendi il cielo con le mani vola in alto più degli aeroplani / Non fermarti sono pochi gli anni forse sono solo giorni / E stan finendo tutti in fretta e in fila / Non ce n’è uno che ritorni / Balla non aver paura se la notte è fredda e scura//». Canzoni come questa, “Balla balla ballerino”, straordinarie già solo per il testo, sono delle bellissime poesie se sono lette e ascoltate senza musica. Le sue parole e i suoi versi sembrano danzare insieme alla sua musica, che è onda, sussurro, tumulto, un vortice di suoni e melodie così potenti da abbattere pareti per correre all’infinito e condurci verso tutto ciò che è piacevolmente indefinito. Non c’è bisogno neppure di chiudere gli occhi. Lo riconosci subito, ogni volta, come un profumo che non potresti mai dimenticare. Lui è semplicemente Lucio, Lucio Dalla.

Lucio Dalla. Anche se il tempo passa di Alessandro Nicosia, da poco pubblicato da Skira, è una monografia realizzata in collaborazione con la Fondazione Lucio Dalla, che arricchisce e testimonia una grande mostra itinerante, la prima mai realizzata sull’artista, che farà tappa, dopo Bologna, nelle più importanti città d’Italia, in concomitanza con le celebrazioni del decennale dalla morte (a Bologna e a Roma, nel 2022) e dell’ottantesimo dalla nascita (a Napoli e a Milano, nel 2023).

Questo libro, frutto di una lunga e laboriosa ricerca, nasce dall’intento di esplorare la dimensione umana e artistica di Dalla in tutte le sue espressioni ed emozioni anche più intime, personali e meno note al grande pubblico, che, per la prima volta, avrà la possibilità di conoscere Lucio nella sua totalità. «Presentare l’Universo Dalla in uno spazio di 1000 metri quadri è stata un’impresa difficile, ma sicuramente affascinante; in lui la musica scorre dalla più tenera età, con estrema naturalezza. – dichiara Alessandro Nicosia curatore e organizzatore di questa mostra che fa seguito ad altre grandi esposizioni dedicate ad altri importanti personaggi come Federico Fellini, Alberto Sordi, Oriana Fallaci e Luciano Pavarotti –  Grazie alla sua capacità innata di dare forma a qualsiasi espressione musicale gli capitasse alle orecchie, ha dato vita a questa incredibile carriera, lunga, intensa, multiforme, sempre all’insegna di strade nuove e inesplorate. Per avere un quadro più attento e preciso, ho condotto un lungo e approfondito lavoro di ricerca, leggendo tantissimi libri, interviste, giornali, guardando filmati, ma soprattutto intervistando chi realmente l’ha amato e conosciuto».

Il libro, così come la mostra, sono suddivisi in oltre dieci sezioni: Famiglia–Infanzia-Amicizie-Inizi musicali, Dalla ci racconta, Il clarinetto, Il museo Dalla, Dalla e la sua musica, Dalla e il cinema, Dalla e il teatro, Dalla e la televisione, l’Universo Dalla, Dalla e Roversi, Dalla e la sua Bologna. Per raccontare la sua arte, le sue passioni e la sua vita non abbiamo solo i documenti, le foto e i filmati, ma anche gli abiti di scena, i cimeli (come il clarinetto, il suo strumento-totem, l’elemento essenziale dello sviluppo della sua personalità artistica), i suoi famosi cappelli, i manifesti dei film in cui ha recitato e i quadri, molti dei quali realizzati dai suoi amici artisti.

È quasi impossibile raccontare una personalità visionaria e poliedrica come quella di Lucio, le cui passioni spaziavano dal cinema al teatro, dall’arte allo sport, dal mare ai motori. Il suo genio, come quello di tutte le anime speciali, sfuggiva a ogni genere di regola e classificazione. Non potrebbero mai bastare tutti gli aggettivi utilizzati per descriverlo ed evocarlo: multiforme, raffinato, curioso, selvaggio, umano, libero, istrionico, talentuoso, intellettuale, ribelle, tenero, crudele, instancabile, camaleontico, pigro, fantastico, segreto, ammaliatore, generoso, anticonformista, divertente, scaltro, buffo, irresistibile, ipnotico, eccentrico, profetico, impunito e medianico. Dalla era tutte queste persone, era tutto di tutto, ma in un modo speciale. Questo folletto con tanti peli addosso e pochi in testa, così lo chiamava Walter Veltroni, era un funambolo del pensiero e multiplo di se stesso, come lo definiva Vincenzo Mollica, mosso da una sostenibile leggerezza dell’essere, come scriveva di lui Giorgio Bonaga, soprattutto quando la bugia è arte che si avvicina alla verità.

«Il futuro mi esalta, c’è fascino in tutto quello che deve accadere. – affermò una volta Lucio, una riflessione, questa, riportata insieme a tante altre in questa preziosa monografia – Un uomo a parer mio non vive per quello che sa, ma per quello che ancora deve imparare. Se dovessi sintetizzare con una parola il mio atteggiamento nei confronti del futuro sarebbe “chissà” perché il mio è un rapporto col mio domani divertito, possibilistico, interessato, forse un po’ infantile».

Dalla aveva un grande rispetto per la gente e credeva negli esseri umani, così come si può leggere tra le pagine di questo libro, una grande verità che emerge più volte dalle testimonianze affettuose e sincere dei suoi amici più stretti. Lucio era soprattutto un coltivatore diretto dell’avventura umana che amava la vita e non aveva paura, un uomo in grado di vedere sempre molto più avanti degli altri. Il suo modo unico di concepire la vita lo ha reso quello che oggi è, un universo che non potrà mai essere contenuto in toto e mai raggiunto, e forse compreso, fino in fondo.

Nella sua vita, che lui apprezzava soprattutto attraverso le note magiche della notte, non esisteva la noia, ma soprattutto i silenzi privi di significato. Anch’essi erano liberi di scorrere nel vuoto, perché pieni di luce, quella stessa luce con cui Lucio Dalla inondava chiunque gli stesse accanto, una luce che arriva ancora oggi a chiunque di noi ascolti le sue canzoni. Una luce che resta sempre, anche se il tempo passa.