In un mondo che si vorrebbe materialisticamente risolto e poi si affida a fattucchiere e ciarlatani di scarsissima credibilità e ancor minore professionalità, meglio rivolgersi ai classici indiscussi. Come il grande Cornelio Agrippa di Nettesheim, principe dei maghi e degli stregoni, alchimista, astrologo, esoterista e medico personale di Luisa di Savoia nonché storiografo di Carlo V. Tutto il Cinquecento, ma anche i secoli a seguire, è segnato dalla sua opera, in specie il De Occulta Philosophia.
Agrippa ci risulta molto simpatico anche perché scrisse un trattato in lode delle donne, da lui ritenute superiori agli uomini per intelletto, giudizio ed eloquenza, le cui argomentazioni utilizzò nientemeno che in polemica con il Malleus Maleficarum, il manuale su cui si formarono generazioni di inquisitori nella persecuzione delle donne accusate di stregoneria. Non contento, a Firenze studiò con tale profondità i segreti della cabbala da farsi accusare di eresia giudaizzante.
Insomma, perennemente in giro tra università e corti, evitando nel contempo guerre e inquisitori e tenendosi saggiamente lontano dalle nascenti dispute attorno alla Riforma, Agrippa diventa una delle figure più note dell’Europa intellettuale dei suoi anni. Il che non gli impedisce di proseguire nel suo percorso esoterico e nel lavoro attorno alla magia, con la scrittura di opere che rimangono pietre miliari e che compaiono tutte nel catalogo di Edizioni Mediterranee.
Proprio Mediterranee ha mandato in libreria il terzo e conclusivo volume del Libro del Comando, fondamentale trattato di Magia evocatoria, che completa la serie degli scritti magici di Agrippa, in aggiunta ovviamente a La Filosofia Occulta, già in catalogo dal 1972. In questo mirabile libro, come gli altri curato da Jorg Sabellicus, si riferiscono i “segreti” della Magia Naturale secondo la tradizione di Alberto Magno.