Il “gentiluomo” libertino francese Philibert di Gramont aveva ottant’anni quando fornì il materiale per la stesura delle sue memorie all’irlandese Anthony Hamilton, suo cognato. Ottant’anni di mirabolanti e inguaribili passioni, intrighi, scandali, aneddoti pungenti.
Era un vero personaggio, il conte di Gramont! Per esempio, nel 1662 fu esiliato dalla Francia per aver corteggiato Anne-Lucie de la Mothe-Houdancourt, una delle amanti del re. Allora si rifugiò in Inghilterra per due anni, trovando un’atmosfera a lui congeniale nella licenziosa corte di Carlo II. Qui conobbe anche la futura moglie Elizabeth Hamilton e il buon amico Anthony.
Hamilton, scrittore di grande talento, fingendo di scrivere sotto dettatura dello stesso Philibert, riuscì a trasformare queste Memorie del conte Gramont in un appassionante racconto romanzato e avventuroso della vita di palazzo nel Settecento, dipingendo un affresco vivido e accattivante della corte inglese di Carlo II e quella francese di Luigi XIV. Soprattutto, regalando alla letteratura un antieroe irresistibile.
Un libro divertentissimo, che La Tartaruga riporta in libreria in un’edizione a cura di Fausta Garavini.