Nero come l’anima

di Giusy Nicosia

Cosa ci può fare più paura di ciò che si nasconde dietro all’apparente normalità di una persona, e che si rivela, all’improvviso, con tutta la sua forza brutale e la sua ferocia assassina? Qual è la molla che scatta dentro e che la spinge a uccidere, trasformandola in un mostro? Chi di noi non si è mai posto, almeno una volta, queste domande? Possiamo provare a darci qualche risposta leggendo Nero come l’anima. Storia dell’omicidio dal Rinascimento alla Rivoluzione francese di Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi, da poco pubblicato da Solferino.

Dopo Nero come il sangue, la coppia ormai consolidata Lucarelli e Picozzi, giallista e sceneggiatore il primo e psichiatra e criminologo il secondo, continua il suo viaggio nella terra oscura del crimine, attraversando i secoli e cercando di ripercorrere le strade buie e tortuose delle menti dei più grandi serial killer, degli autori dei delitti più efferati e di qualche inaspettata “celebrity”: da Christopher Marlowe a Cesare Borgia, da Benvenuto Cellini a Caravaggio, da Mary Blandy a Marie-Madeleine d’Aubray, da Giulia Tofana alla Monaca di Monza, e da Marcantonio Bragadin a Sawney e Agnes Bean, solo per citarne alcuni. Queste storie ci dimostrano che non ci sono intelligenza, sensibilità, genere e classe sociale che possano essere esenti dall’orrore.

Sotto la lente di Lucarelli e Picozzi ricade prima di tutto il movente: passione, denaro, intrighi, puro piacere o delirio di potere. Un movente così forte da togliere i freni alla razionalità e spalancare le porte alla malvagità, spingendo, chi ne è invaso, a oltrepassare quel confine sottile che separa la follia da una consapevole scelta del male.

In ogni storia, illuminata anche nei suoi risvolti più inaspettati e indagata con i metodi di oggi, la scena del crimine viene ricostruita con grande attenzione, la stessa che viene utilizzata anche per descrivere il profilo delle vittime e dei loro carnefici, ma anche le armi che hanno scelto per colpire, e tutti i personaggi che gli ruotano intorno: inquisitori, avvocati, investigatori, medici legali, boia e giudici.

Tendiamo sempre ad allontanarci da ciò che ci fa paura, ma, chissà perché, restiamo sempre sulla soglia: la notizia di un omicidio non ci lascia mai indifferenti e, specie quando resta irrisolto, non fa che alimentare la nostra curiosità. Il mistero ci affascina e, intenso come la trama fitta di una stoffa che non perde mai il suo colore, anche a distanza di anni e secoli, non esaurisce il nostro desiderio di conoscenza.