Era il 10 ottobre 2017 quando sul New Yorker venne pubblicata l’inchiesta di Ronan Farrow, che gli valse il Premio Pulitzer, che riportava la testimonianza di sette attrici abusate sessualmente (tre di queste violentate) dal noto produttore Harvey Weinstein.
L’articolo del New Yorker, insieme all’inchiesta parallela di Jodi Kantor e Megan Twohey uscita pochi giorni prima sul New York Times, contribuì a far scoppiare il caso di grande risonanza mediatica che diede inizio al movimento #MeToo.
Perché Weinstein era decisamente un pezzo grosso a Hollywood. Co-fondato della Miramax e della Weinstein Company, nella sua carriera ha trasformato l’industria, lanciato autori come Quentin Tarantino e macinato premi. Alcuni titoli delle sue produzioni? Sesso, bugie e videotape, Pulp Fiction, Il paziente inglese, Will Hunting e Shakespeare in Love.
Weinstein era, in qualche modo, la personificazione stessa del potere a Hollywood. Farrow, insieme a tutte le donne che avevano trovato il coraggio di denunciare gli abusi, aveva svelato un sistema basato sul quel tipo di potere.
Il libro in cui Farrow racconta i retroscena di questa inchiesta si intitola Predatori, perché è esattamente di questo che parla. Di «predatori» sessuali che, grazie alla paura, al potere e ai soldi, sono riusciti a nascondersi per anni dietro un muro del silenzio, reticenze, intimidazioni e minacce.
Un vero e proprio modus operandi consolidato, che ha coinvolto anche la stampa e con il quale si è scontrato lo stesso Farrow. Si parla, infatti, di Catch and Kill, che poi è anche il originale del libro, e si riferisce proprio alla pratica perpetrata da alcune testate di comprare notizie per poi insabbiarle.
Nel maggio 2016, infatti, sull’Hollywood Reporter Farrow aveva anticipato la futura inchiesta parlando della reticenza della stampa di parlare di due scandali che avevano colpito il mondo del cinema e della tv: le accuse contro Bill Cosby (poi giudicato colpevole di violenza sessuale) e quelle sollevate da Dylan Farrow, sorella del giornalista, contro suo padre, Woody Allen.
Nello stesso anno, pare, la NBC News si era rifiutata di trasmettere i risultati di Farrow sull’indagine su Harvey Weinstein, poi pubblicati nell’articolo sul New Yorker.
Tutto questo è raccontato nel documentatissimo Predatori, pubblicato in contemporanea mondiale da Solferino. Un grande esempio di giornalismo investigativo in grado, se non di cambiare il mondo, di scuoterne alcune fondamenta.