di Anita Baroni
Mosca, 1934. Risuona lo squillo di un telefono, il cui proprietario altri non è che il discusso scrittore e poeta Boris Pasternak, dall’altro lato della linea lo attende proprio lui, Stalin. Sui tre minuti successivi sono sorti milioni di dubbi e congetture ma la conversazione tra il poeta e il tiranno rimane tuttora avvolta dal mistero.
Ismail Kadare parte da questa enigmatica telefonata e arriva a riempirne tante pagine da farne uscire il suo ultimo imperdibile romanzo, Quando un dittatore chiama, edito da La Nave di Teseo e tradotto da Cettina Caliò.
Così Kadare, con il suo particolare stile lirico-onirico, scava in un capitolo oscuro della storia sovietica, che trova risonanza nelle sue stesse esperienze sotto il regime totalitario di Enver Hoxha, e ci coinvolge in una storia avvincente, incentrata sulle spesso inevitabili relazioni e collisioni tra arte e potere.
L’opera è divisa in tre parti; la prima introduce la narrazione parlando del processo di stesura e pubblicazione del romanzo, l’espediente narrativo iniziale è quindi quello di una sorta di metaromanzo, la seconda parte descrive il contesto storico, politico e sociale in cui è avvenuta la telefonata in questione e la terza parte prende in analisi le varie versioni e testimonianze della stessa.
«Ah, quei tre minuti! Erano accaduti… erano esistiti… (come definire quei tre minuti del lontano 1934?). Avevano dunque avuto luogo, un pomeriggio di giugno ottant’anni prima. […] Le supposizioni non sarebbero cessate mai. Così come le domande, ovviamente. Instancabilmente ritornavano a quei tre minuti di quel pomeriggio dimenticato. Erano raccontati in modi diversi. Anch’io ne avevo collezionate tredici versioni differenti, fino al giorno in cui mi ero chiesto: e a te, cos’è che ti colpisce tanto di quei tre minuti? […] Delle tredici versioni che possedevo, ognuna tentava, solitaria e cocciuta, di rivelare la verità.»
Con una prosa magistralmente sconnessa e rarefatta vediamo mescolarsi e confondersi testimonianze reali di giornalisti e intellettuali dell’epoca, che conferiscono autenticità alla narrazione, a elementi inventati e onirici, con un effetto di affascinante straniamento.
Interessante, inoltre, la maniera in cui viene esplorato l’oggetto libro nella narrazione, il quale una volta pubblicato diventa quasi un soggetto estraneo, fuori dal controllo del suo creatore, tant’è che le sue stesse frasi possono rivoltarglisi contro. Un senso di paura e incertezza pervade l’atmosfera del romanzo, che partendo da una telefonata riesce nel difficile intento di diventare il romanzo universale sulla condizione umana sotto la tirannia, sulla censura e sulla lotta per la libertà di espressione, sul dramma sia della repressione fisica sia del conflitto interiore a cui sono sottoposti gli artisti sotto i totalitarismi.
Criptico e sfuggente fino alla fine, questo libro pone miriadi di dubbi senza risolverne neanche uno, come ogni grande opera dovrebbe fare.
Quando un dittatore chiama
Ismail Kadare
LA NAVE DI TESEO
VAI AL LIBRO- Genere:
- Listino:
- € 0.00
- Collana:
- Data Uscita:
- 25/10/2024
- Pagine:
- 0
- Lingua:
- EAN:
- 9788834619568