Storie dal mondo delle formiche

Lo avreste mai detto che le formiche tra gli insetti sono quelli che più assomigliano all’essere umano?
Il filosofo greco Aristotele definiva “animale politico” la formica e l’uomo. Ma perché questo appellativo? Perché le formiche sono in grado di formare intere comunità, a dimostrazione del fatto che l’esistenza della struttura di una città è una questione più istintiva, più creativa che frutto di un impegno mentale prolungato.
L’organizzazione gerarchica delle formiche è talmente ben strutturata che si è arrivati a parlare di superorganismo. Per superorganismo si intende una colonia di individui che si gestisce da sola. Pensavamo che l’autogestione fosse il frutto della consapevolezza umana e della sua capacità di rimanere attaccata a una certa dose di raziocinio e, invece, impariamo che i meccanismi su cui poggia l’esistenza dell’uomo sono meno legati al suo essere razionale.
Anche Thomas Hobbes, filosofo giusnaturalista del XVI secolo considera la formica un “animale sociale”. Tuttavia, al contrario di Aristotele, egli sostiene che a differenza delle formiche l’umano sia un animale asociale. Abituati come siamo a definire l’uomo come l’essere vivente più socialmente sviluppato in assoluto, non avremmo forse mai pensato che potesse essere plausibile un’affermazione di questo tipo. Eppure lo è. Ciò che determina la differenza, infatti, è che una formica non distingue il bene comune del formicaio da quello individuale, mentre gli esseri umani sono in continua competizione per ricchezza, onore e gloria.

Di questo affascinante mondo a cavallo tra quello degli umani e quello animale ci parla uno dei più autorevoli scienziati della modernità, Edward O. Wilson. In Storie dal mondo delle formiche, pubblicato da pochi giorni per Raffaello Cortina Editore, si concentra in particolare su venticinque specie di formiche per spiegare in che modo questi organismi geneticamente superiori comunicano, distinguono odori e sapori e, soprattutto, lottano tra loro per dominare nell’ambiente naturale.

Attenzione, le formiche hanno un programma di politica estera ben più definito di quello dell’uomo. Se possedessero armi probabilmente distruggerebbero il mondo nel giro di qualche settimana. “Non sottovalutiamole!”, avverte Wilson.
Un libro che mette tutti noi di fronte alla nostra finitezza e invita a placare il delirio di onnipotenza in cui la società moderna si ritrova oggi perduta.