La betulla, la quercia, l’ulivo, il cipresso, l’abete, il pioppo. E poi l’albicocco, il ciliegio, il fico, il melo… Alberi familiari, che vediamo ogni giorno nelle nostre città, nei giardini, boschi, frutteti, parchi, ai bordi delle strade. Ma cosa sappiamo di loro?
Jacques Brosse, psicoanalista, scrittore e giornalista francese, ma soprattutto amante degli alberi e specialista di botanica e storia delle religioni, ha individuato decine di specie per ogni varietà nel suo Storie e leggende degli alberi.
In questo affascinante volume, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1987 e oggi riportato nelle librerie italiane da Studio Tesi, ci regala un profilo di quarantasette piante ad alto fusto. Ne racconta le origini, storie, le proprietà, seguendone le tracce nel folklore.
Nel descrivere ognuno di questi alberi, unendo rigore scientifico, poeticità delle descrizioni e gusto per l’aneddotica, ci porta con sé in un viaggio di scoperta e, perché no, d’iniziazione.
Storie e leggende degli alberi è, infatti, un libro che si propone di far riscoprire il valore e il ruolo degli alberi, in un’epoca in cui sono sempre più minacciati.
All’intento ecologista, Brosse affianca una lettura storica, linguistica, terapeutica, botanica e folklorica, in un testo nato non per mera nostalgia, ma per preservare il ricordo di queste tradizioni popolari.
«Riconoscere il ruolo essenziale degli alberi nella vita sulla Terra, nella nostra e anche nel nostro inconscio. Rammentarsi delle loro leggende, quindi le loro virtù, è forse il modo migliore per salvarli» scrive Brosse in Storie e leggende degli alberi.