di Giusy Nicosia
Oggi è difficile avere tempo. Le giornate scorrono veloci, e così le settimane, i mesi e le stagioni, mentre siamo fagocitati, spesso senza rendercene conto, da un eterno presente che non ci aiuta a guardare oltre.
Eppure, con l’arrivo delle nuove tecnologie, avremmo dovuto riappropriarci del nostro tempo per dedicarci di più a noi stessi e agli altri. E invece, siamo ancora qui, probabilmente, a chiederci cosa dovremmo cambiare oggi, per dare spazio a quello che ci piace fare, ma soprattutto, a chi teniamo e ci fa stare bene. Sì, sappiamo che non potremmo mai fare a meno degli amici, preziosi quanto o più, a detta di molti, di un rapporto d’amore; ma siamo sicuri di conoscere davvero la loro importanza? Per toglierci ogni dubbio e non dare niente per scontato, soccorre la riflessione di Eugenio Borgna, che, nel suo ultimo saggio Sull’amicizia, da poco pubblicato da Raffaello Cortina Editore, affronta proprio questo argomento: «Cosa sia l’amicizia, quali ne siano le radici più profonde, – afferma Borgna nel libro – quali infinite sensazioni, quali luci e quali ombre si accompagnino alla nostra vita, quali speranze siano in lei, quale aiuto ci possa dare nelle notti oscure dell’anima, quali vertiginose emozioni rinascano dalla sua presenza, quali ne siano le fragili risonanze nel nostro cuore, quali arcobaleni generi in noi, quante nostalgie inondino la nostra memoria: sono domande alle quali vorrei cercare di rispondere nel corso di questo libro, sulla scia dei pensieri sconvolgenti e vertiginosi, rabdomantici e insondabili, di Simone Weil, che ci avviano alla conoscenza di cosa sia una amicizia, che resta nondimeno un mistero».
L’amicizia, che la stessa Simone Weil definiva “un miracolo, come la bellezza”, ci avvicina alla gioia che, come una stella del mattino, così come la descrive l’autore, “ci aiuta a resistere all’angoscia e alla disperazione”. L’amicizia risana le nostre sensibilità ferite, appartenenti a una fragilità che spesso rinneghiamo, per la paura di affrontare le emozioni e i conflitti interiori da cui quasi sempre teniamo le distanze. Eppure, la nostra interiorità, afferma Borgna, risiede, potendosi svelare a noi in tutta la sua incredibile bellezza, proprio qui. E c’è solo un modo per avvicinarci alle nostre fragilità: recuperando la solitudine, che non è isolamento, ma, come direbbe Rainer Maria Rilke, “quell’Isola del Tesoro sempre cercata e sempre perduta e mai trovata sino in fondo”. Una solitudine da salvare, ecco perché non dobbiamo mai stancarci di andarne alla ricerca.
Essa, piuttosto, afferma Borgna, è nel cuore dell’amicizia: «La solitudine è relazione, ed è una buona compagna nel cammino della nostra vita e delle nostre amicizie, anche se talora dolorosa, perché ci confronta con gli abissi della nostra interiorità. Vivere l’esperienza della solitudine significa tante altre cose: recuperare i valori della solidarietà e dell’amicizia. La solitudine, come il silenzio, ci aiuta a distinguere le cose essenziali della vita da quelle che non lo sono. Solo rientrando nella nostra interiorità, nella solitudine che la contrassegna, è possibile vivere le nostre amicizie, mantenendole scintillanti nel nostro cuore. Vorrei infine chiedermi come salvare in noi questa particella dell’umano, che è la solitudine, in un mondo della vita condizionato dal rifiuto della solitudine, e dall’incantamento per il digitale, nel quale l’interiorità è inaridita, generando un vuoto che si cerca di colmare con contatti virtuali, che non lasciano tracce nella memoria, e nel cuore. Le parole di Rilke ci aiutano a salvare la solitudine in noi, e la solitudine ci aiuta a conoscere meglio il senso del vivere, e del morire».
L’amicizia ci accompagna in tutte le fasi della nostra esistenza, cambiando le sue forme allo stesso modo in cui cambiamo noi, nel tempo: abbiamo gli amici dell’infanzia, quelli dell’adolescenza e quelli dell’età adulta. E anche se passano gli anni, un’amicizia profonda e sincera non viene scalfita neppure dal silenzio e dalla distanza, rimanendo impressa nella nostra memoria, e viva nel nostro tempo interiore che continua a farci sentire vicini all’altra persona, “a unirci e a tessere la sua trama infinita”.
Una qualità essenziale dell’amicizia, racconta ancora Borgna, è probabilmente quella di essere “memoria e speranza, e disponibilità ad accogliere subito una richiesta di aiuto”. Sapere di non essere soli e di poter contare su di una vicinanza interiore fa tantissimo. Ecco perché, qui, le parole, vere creature viventi come direbbe oggi Rilke, giocano un ruolo fondamentale: occorre scegliere quelle giuste nel dialogare con chi è in difficoltà e chiede il nostro aiuto, soprattutto quando si svolge una funzione terapeutica: «Noi siamo responsabili non solo delle parole che diciamo, del modo con cui le diciamo, – afferma l’autore – ma anche di quelle che avremmo dovuto dire e non abbiamo detto. Viviamo in un’epoca divorata da cascate banali di immagini, che non ci educano all’ascolto, e alla crescita delle nostre amicizie. Le parole galleggiano e naufragano, risplendono e si oscurano, si ricordano più facilmente quelle che ascoltiamo di quelle che diciamo, e, quando ci ammaliamo, le parole, quelle felici e spontanee, sono stelle filanti. Ne basta talora una sola, perché il cammino della nostra vita si illumini, donandoci una speranza, che sembrava perduta, e che invece improvvisamente rinasce».
In questo piacevole viaggio nell’universo dell’amicizia, possiamo davvero renderci conto di quanto sia immenso e onnipresente, nella vita di ognuno di noi, questo sentimento: non ci sono campi della nostra esistenza in cui non entri in gioco o in cui non sia chiamato all’appello. A fargli onore con le loro riflessioni e testimonianze di vita, per coglierne meglio il senso e il valore, ci accompagnano anche le parole di grandi pensatori, poeti e scrittori come Friedrich Nietzsche, Emily Dickinson, Rainer Maria Rilke, Thomas Mann e Antonia Pozzi.
Eugenio Borgna è uno psichiatra, saggista e accademico italiano. È autore di numerosi saggi, nei quali alterna una produzione più specialistica a libri maggiormente divulgativi. È stato libero docente alla “Clinica delle malattie nervose e mentali” dell’Università di Milano ed è primario emerito di psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara. Fra i principali e più significativi esponenti della psichiatria fenomenologica, contesta l’interpretazione naturalistica, ancora oggi in voga, delle patologie mentali, che ricerca le cause della psicosi nel malfunzionamento dei centri cerebrali, e la sua cura attraverso i farmaci e l’elettroshock, ponendo, piuttosto, al centro della sua attenzione, non la malattia in sé stessa, ma il paziente. Come primario di servizi psichiatrici ospedalieri, fin dai primi anni ’60, ha sperimentato, per la prima volta in Italia, una nuova maniera di accostarsi alla malattia psichiatrica, più umana, rispettosa e comprensiva del dolore del paziente, adottando metodi di cura che, andando oltre la comune prassi clinica, hanno trovato, attraverso una prospettiva interdisciplinare che coinvolgesse discipline e campi eterogenei, quali la letteratura, la filosofia e l’arte, il loro fondamento nel dialogo reciproco e l’ascolto empatico del paziente psichiatrico, non più soggetto, in tal modo, ad alcuna forma di coercizione, contenzione o imposizione. Nel 2018, Borgna è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Sull'amicizia
Eugenio Borgna
RAFFAELLO CORTINA EDITORE
VAI AL LIBRO- Genere:
- Listino:
- € 12.00
- Collana:
- Data Uscita:
- 23/09/2022
- Pagine:
- 0
- Lingua:
- EAN:
- 9788832854664