Per studiosi e appassionati di medievistica, Jacques Le Goff è una superstar. Scomparso nel 2014, fu allievo di March Bloch, erede dello spirito de “Les Annales” e direttore di ricerca dell’École des hautes Études en Sciences Sociales.
Le Goff è stato, in un certo senso, lo storico che più di tutti ha saputo mutare la percezione del un Medioevo prettamente buio e oscurantista, sottolineando come, soprattutto tra l’anno mille e la peste del Trecento, l’Europa avesse vissuto un periodo di grande fermento culturale.
Un bel Medioevo, come lo chiamava lo studioso, che vide innovazioni in campo economico e di gestione del tempo e aprì la strada allo sviluppo di nuovi interessi scientifici. Un medioevo, dunque, più esteso, i cui aspetti salienti si prolungavano ben oltre il Rinascimento.
Un lungo Medioevo, ripubblicato da Edizioni Dedalo nella collana Memorabili, che ripresenta al grande pubblico volumi indispensabili a prezzo competitivo, ci presenta quindi un periodo non oscuro come lo dipingeva la narrativa illuminista, né dorato come lo vedevano i cattolici del XIX secolo, ma caratterizzato da luci e ombre e ricco di sfumature.