Gianni Cuperlo è una figura centrale nelle vicende della politica italiana di questi anni. Politico di lunga militanza, incarna l’anima di sinistra (una delle anime?) del PD, contrapposto a Matteo Renzi non è però uscito dal partito come altri in quella stagione, e nel PD ha vissuto l’opposizione al governo “gialloverde” e l’attuale partecipazione al governo “rossogiallo”, sempre in rapporto dialettico e dialogante tra il partito cui appartiene, le formazioni sorte a sinistra del PD in questi anni e i movimenti trasversali che cercano di dare voce e presenza ai tanti senza partito.
Questa esperienza non facile lo ha messo nella condizione di “vedere” con uno sguardo d’insieme il variegato mondo della sinistra italiana e lo ha portato a consegnare all’editore Donzelli questo suo Un’anima. Cosa serve alla sinistra per non perdersi. Il libro parte dall’impossibile connubio nato dall’implosione del governo di Lega e Movimenti 5 Stelle e dalla nascita del governo PD-5 Stelle, LEU e cerca di capire se siamo davanti a una alleanza basata solo sulla paura (delle elezioni, del trionfo delle destre, della propria sparizione come entità politica) o se da qui si può ripartire per disegnare una “Terza Repubblica”.
Il volume, diviso in tre parti, scava nella cronaca e traccia l’ipotesi del dopo. Le prime due affrontano le conseguenze del «connubio» per il Partito democratico: natura, identità, prospettive, idee per far ritrovare a un popolo, che si riconosce come tale, la sua anima. La terza parte raccoglie una sintesi del «Diario di mezza estate» scritto nei giorni caldi della vicenda. Capitoli giornalieri che registrano il corso degli eventi, dalla certezza di elezioni all’avvio del dialogo sino alla sconfitta leghista, la mediazione sul programma e il giuramento del nuovo governo. Un itinerario complicato raccontato da un insider col tono informale e discorsivo del cronista. A uscirne è l’affresco in presa diretta di una politica meno epidermica dell’immagine spesso riflessa. Una testimonianza vissuta con quel tanto di passione consapevole che senza un popolo motivato alle spalle anche il sentiero delle pie intenzioni è lastricato di trappole.